Carbone vegetale dentro le fontane, vernice lavabile sulle facciate di palazzi antichi, incollati ai quadri, tutto per metterci in guardia sul cambiamento climatico. Ok, grazie, lo sappiamo, ma adesso smettetela e cambiate metodo, perché se il vostro intento è quello di attirare l’attenzione verso un problema comune, state sbagliando strategia. Per togliere le vostre vernici, lanciate al grido “l’apocalisse sta arrivando” occorrono litri e litri di quella famosa acqua che scarseggia, un controsenso non vi pare? Diciamolo, questa forma di protesta non riscuote molta simpatia, e quando si vogliono cambiare le cose bisogna avere il consenso della gente. Siete per lo spreco zero e poi che fate, costringete a utilizzare questo bene prezioso per ripulire? Se la protesta deve essere insopportabile bene, ci siete riusciti, non vi sopporto più. I motivi della mia antipatia per voi, attivisti di ultima generazione, è dovuto dal fatto che non colpite chi davvero inquina. Già, mica ve la prendete con le fabbriche, mica vi incatenate alle ciminiere, mica bloccate la produzione di gas nocivi e inquinanti, ma figuriamoci. Voi siete più “estrosi”. Disegnate gli omini come stuzzicadenti e poi vi permettete di imbrattare opere ineguagliabili che andranno ripulite con i soldi dei contribuenti. Amando l’arte non posso condividere i vostri atti vandalici. Chiariamo immediatamente: sono conscia del cambiamento climatico, partecipo attivamente a cortei e faccio vignette per sensibilizzare sul tema che ci accomuna. E’ vero che è stato fatto poco o nulla per cambiare la rotta, (ne constatiamo i disastri ogni giorno), condivido la motivazione delle vostre proteste, ma dissento dal metodo che utilizzate, davvero insopportabile.
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